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IL MANISCALCO DI GROPADA

A Gropada avevano una grande stalla e il maniscalco che ferrava le mucche e i buoi. Nella stalla c'erano le mucche e il toro. Abbiamo visto la mangiatoia dove mettevano il fieno. Oggi nella stalla tengono le gabbie con i conigli bianchi.

SANT' ANTONIO L'EREMITA

In ogni stalla c'era l'immagine di Sant' Antonio l'Eremita. Questo santo protegge gli animali della stalla. Anche il prete una volta all'anno andava a benedire la casa e la stalla. Ogni stalla deve avere l'immagine di Sant' Antonio.

IL FIENILE

Il fienile si trovava sopra la stalla. Lo chiamavano "palco". Alcuni salivano sul fienile con una scala a pioli attraverso un'apertura sul soffitto. Altri avevano solo un botola perpendicolare alla mangiatoia dalla quale attraverso un largo tubo buttavano direttamente giu' il fieno nella stalla. Il fieno era stipato, percio' era difficile inforcarlo; per questo lavoro avevano un attrezzo particolare fatto di legno di faggio, che terminava con un doppio uncino con il quale sfilavano il fieno dal mucchio. Alcuni nel fienile anche ci dormivano. La domenica, dopo il pranzo, il papa' di Francko andava a riposare nel fienile. Il fieno aveva un buon profumo. IL

FIENO

D'estate dovevano tagliare l'erba con la falce a mano, perché non c'era la falciatrice. Facevano seccare l'erba e la portavano a casa con il carro. Poi la mettevano nel fienile, e la pestavano con i piedi per farne stare la maggior quantita' possibile. Facendo questo lavoro si riempivano di polvere. I frammenti di fieno, detti anche briciole, venivano usati contro il raffreddore.

IL FORAGGIO

D'estate dopo il pascolo davano alle mucche erba fresca, rape e granoturco. D'inverno davano loro gli steli dell'orzo, perché erano piu' teneri e la mucca dava piu' latte. Inoltre davano loro anche il trifoglio secco, che era stato tagliato, essiccato e mischiato con la paglia. La paglia la tagliavano con il tritapaglia. Le barbabietole, le rape e il granoturco venivano tagliati e mischiati con la crusca. Gli abitanti di Trebiciano la compravano a due tre chili alla volta nel negozio "Pr Pįhorje" ("De Pahor") D'estate raccoglievano il fieno e lo riponevano per poi darlo alle mucche d'inverno. Per i bovini cucinavano in grandi calderoni. Alle mucche davano un secchio di acqua al mattino e uno alla sera. Alcune mucche bevevano anche 20 litri, altre solo cinque litri di acqua al giorno. Le mucche sapevano quali erbe erano velenose e quando erano al pascolo non le mangiavano. Di sera le mucche per cena avevano fieno e acqua.

IL MASTELLO

E' un contenitore per il foraggio o per l'acqua. Una volta era fatto di legno o di metallo. Oggi sono di plastica.

LA CURA DEL BESTIAME

Ogni giorno bisognava pulire la mucca. Usavano una striglia e una spazzola (scartaza). La striglia e' di forma quadrata, ha un'impugnatura di legno e otto file di lamette dentate. Con la striglia toglievano lo sterco e la sporcizia dalla pelle della mucca, poi con la spazzola la pulivano per bene. Per questa operazione impiegavano circa dieci minuti. Alcuni strigliavano e spazzolavano le mucche ogni giorno, altri una volta alla settimana. Quando le mucche rientravano dal pascolo venivano pulite. Alcuni non pulivano le mucche per tutta la settimana, e al pascolo si vedeva subito quella che era sporca. Ogni giorno alle mucche pulivano anche gli occhi. Nei pascoli c'erano anche le zecche. Era molto pericoloso se la bocca dell'insetto rimaneva incastrata nella pelle della mucca. Bisognava anche stare attenti che le zecche non andassero sulle mammelle. La signora Ivanka Kri¾mančič ha una vecchia spazzola e una striglia che ha comprato dieci anni fa alla fiera contadina di Verona.

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